TROUPE CINEMATOGRAFICA


La  troupe  cinematografica  è  l'insieme  delle  figure  professionali  tecniche,  artistiche  ed  amministrative  che  realizzano  un  film.

 

Produzione

Il  produttore  dà  inizio  alla  produzione  del  film  decidendone  la  realizzazione;  si  occupa  del  reperimento  dei  finanziamenti,  del  reperimento  delle  co-produzioni  (con  altre  società  di  produzione  o  con  network  televisivi),  del  reperimento  di  alcune  figure  chiave  del  cast  e  della  troupe  (regista,  direttore  della  fotografia,  attori  principali  etc.)  e  degli  accordi  per  la  distribuzione  del  film.  In  alcuni  casi  partecipa  direttamente  al  finanziamento  del  film.

 

Soggetto  e  sceneggiatura

La  produzione  di  un  film  parte  generalmente  da  un'idea.  Lo  sviluppo  di  questa  idea  porta  alla  stesura  del  soggetto,  una  prima  bozza  di  quello  che  potrebbe  diventare  il  copione  di  un  film.  Il  soggetto,  contenente  solo  lo  svolgimento  della  vicenda  in  linea  di  massima,  è  presentato  a  uno  o  più  produttori.  Se  ci  sono  i  presupposti  per  uno  sviluppo  del  progetto,  il  soggetto  viene  tramutato  in  sceneggiatura.  Questo  secondo  processo  è  decisamente  più  lungo  e  delicato  del  precedente  e  richiede  delle  buone  conoscenze  tecniche:  una  buona  sceneggiatura,  infatti,  getta  le  basi  per  una  buona  riuscita  del  prodotto  finale.  Lo  svolgimento  dell'azione  narrato  nel  soggetto  viene  elaborato  e  raffinato,  creando  il  copione  finale  del  film.

 

Regia

Il  regista  è  il  direttore  artistico  di  tutta  la  produzione  di  un  film.  Oltre  a  dirigere  gli  attori  e  a  stabilire  inquadrature  e  movimenti  di  macchina,  ha  l'ultima  parola  su  ogni  altro  aspetto  artistico,  come  i  costumi,  il  trucco,  la  scenografia,  la  scelta  delle  location  e  la  fotografia.

Il  regista  e  critico  cinematografico  francese  François  Truffaut  nel  suo  film  "Effetto  Notte",  in  cui  interpreta  se  stesso  alla  regia  di  un  film,  dice:  "Che  cos'è  un  regista?  Un  regista  è  uno  a  cui  vengono  fatte  in  continuazione  domande  su  qualsiasi  cosa.  A  volte  lui  sa  la  risposta,  a  volte  no."

Molti  registi  sono  anche  autori  del  soggetto  del  film;  alcuni  sono  anche  autori  o  coautori  della  sceneggiatura.  La  regia  cinematografica  è  quella  fase  di  lavorazione  attraverso  la  quale  si  passa  dalla  sceneggiatura  al  film  vero  e  proprio,  ossia  "dalla  carta  allo  schermo".  Questa  fase  include  particolarmente  le  scelte  artistiche  della  narrazione,  l'organizzazione  e  la  durata  delle  inquadrature.  All'inizio  di  questa  fase  viene  realizzato  lo  storyboard  che  permette  di  visualizzare  con  una  serie  di  disegni  l'idea  della  regia  del  futuro  film.

 

Fotografia

La  fotografia  cinematografica  ha  un  ruolo  fondamentale  nella  produzione  di  un  film,  essendo  la  responsabile  principale  dell'aspetto  estetico  finale  del  prodotto.  Il  direttore  della  fotografia  è  uno  dei  collaboratori  più  stretti  ed  importanti  del  regista.  Insieme  decidono  la  composizione  ed  il  taglio  dell'inquadratura,  a  che  distanza  inquadrare  un  soggetto,  con  quale  angolo  di  ripresa,    etc.  In  base  alla  scena  che  si  vuole  riprendere,  si  deciderà,  ad  esempio,  se  effettuare  una  carrellata,  una  panoramica,  un  primo  piano,  un  campo  lungo,  ecc.  La  vicinanza  o  meno  della  macchina  da  presa  può  influire,  infatti,  sulla  carica  emotiva  della  scena:  ad  esempio,  inquadrando  il  volto  di  un  attore  o  una  scena  di  guerra.  In  questo  contesto,  possiamo  affermare  che  la  fotografia  è  l'arte  di  "raccontare  per  immagini",  ed  è  parte  integrante  di  quello  che  è  definito  come  "il  linguaggio  cinematografico".

 

Montaggio

Il  montaggio  è  solitamente  considerato  l'anima  del  cinema  e  parte  essenziale  della  messa  in  scena  operata  dal  regista.  Il  primo  a  rendere  evidenti  le  potenzialità  del  montaggio  fu  David  W.  Griffith  nel  film  La  nascita  di  una  nazione,  ove  teorizzò  gli  elementi  alla  base  del  "linguaggio  cinematografico":  inquadratura,  scena  e  sequenza.

Grande  attenzione  al  montaggio  venne  riservata  dai  registi  sovietici  degli  anni  venti.  Lev  Vladimirovič  Kulešov  e  Sergej  Michajlovič  Ejzenštejn  furono  i  principali  teorici  del  montaggio.  Kulešov  dimostrò  l'importanza  del  montaggio  nella  percezione  del  film  attraverso  un  famoso  esperimento.  Facendo  seguire  sempre  lo  stesso  primo  piano  dell'attore  Ivan  Il'ič  Mosjoukine  di  volta  in  volta  a  un  piatto  di  minestra,  un  cadavere  o  un  bambino,  rese  evidente  che  lo  spettatore  avrebbe  letto  nel  volto  fame,  tristezza  o  gioia.  Questo  prende  il  nome  di  Effetto  Kulešov.  Ejzenštejn  invece  teorizzò  il  "Montaggio  delle  attrazioni".  Nel  1923  pubblicò  un  saggio  in  cui  anticipava  la  pratica  che  avrebbe  usato  poi  nelle  sue  pellicole.  Nei  suoi  lavori,  come  Sciopero!  (1925)  o  La  corazzata  Potemkin  (1925),  il  regista  inserì  varie  immagini  non  diegetiche,  cioè  estranee  al  testo  filmico  rappresentato,  ma  che  per  la  loro  capacità  di  esemplificazione  potevano  essere  associate  alle  scene.  Ad  esempio,  in  Sciopero!,  la  soppressione  della  rivolta  viene  mostrata  attraverso  lo  sgozzamento  di  un  bue.  Praticò  un'estrema  frammentazione  delle  inquadrature,  per  cui  un  unico  gesto  viene  mostrato  da  più  angolazioni.  Questo  metodo  di  montaggio  si  contrapponeva  al  montaggio  classico  o  invisibile.  Hollywood,  infatti,  attraverso  i  campo-controcampo  o  i  raccordi  sullo  sguardo  cercava  di  rendere  il  montaggio  il  più  fluente  possibile.

Il  montatore  segue  le  indicazioni  del  regista  che  supervisiona  il  lavoro  e  procede  a  visionare  il  girato  tagliando  le  inquadrature  utili  ed  unendole  tra  loro.  Tutte  le  scene,  girate  secondo  le  esigenze  della  produzione,  sono  poi  montate  nell'ordine  previsto  dalla  sceneggiatura  o  in  altro  ordine  che  emerge  secondo  le  necessità  della  narrazione.  Non  sono  rari  casi  di  film  completamente  rivoluzionati  in  fase  di  montaggio,  rispetto  a  come  erano  stati  scritti  (ad  esempio  Il  paziente  inglese,  scritto  e  diretto  da  Anthony  Minghella,  montato  da  Walter  Murch,  autore,  fra  l'altro,  di  un  importantissimo  testo  di  teoria  del  montaggio,  In  un  batter  d'occhi).

 

Colonna  sonora

Con  il  termine  colonna  sonora  ci  si  riferisce  solitamente  alle  musiche  di  un  film,  ma  il  termine  comprende  l'audio  completo  (con  dialoghi  e  effetti  sonori).  Dal  punto  di  vista  "fisico",  la  colonna  sonora  è  l'area  della  pellicola  cinematografica  (il  vero  film)  dedicata  alla  registrazione  dell'audio  rappresentata  (nella  lettura  ottica)  da  una  fascia  sulla  quale  viene  impressa  una  variazione  continua  della  densità  dei  grigi  oppure  una  doppia  linea  spezzata,  visibile  come  un  fitto  zigzag.  Nel  caso  di  lettura  magnetica,  la  fascia  (o  pista)  su  cui  è  inciso  il  "sonoro"  non  è  parte  integrante  della  pellicola,  ma  è  ad  essa  incollata  ed  è  costituita  da  una  sottile  banda  di  nastro  magnetico.  Mentre  la  banda  ottica  è,  una  volta  registrata,  fissa  ed  immutabile,  la  banda  magnetica  si  presta  a  manipolazioni,  re-registrazioni,  cancellazioni,  sovrapposizioni.  La  banda  ottica  subisce  gli  stessi  processi  di  degrado  di  tutta  la  pellicola,  compresi  graffi  e  macchie,  e  ne  segue  in  definitiva  la  "vita".  La  pista  magnetica,  invece,  è  molto  più  delicata:  è  suscettibile  di  smagnetizzarsi,  con  la  conseguente  cancellazione  del  suo  contenuto  ma  anche  di  scollarsi  dal  supporto;  in  questo  caso  il  re-incollaggio  è  praticamente  impossibile.  Ne  consegue  che  la  pista  ottica  è  di  gran  lunga  la  più  usata,  mentre  la  pista  magnetica  rimane  prerogativa  dei  film  a  passo  ridotto  di  tipo  familiare  (Super8).  La  colonna  sonora  di  un  film  accompagna  e  sottolinea  lo  svolgimento  della  pellicola,

e  le  musiche  possono  essere  "originali"  e  non  (due  categorie  premiate  distintamente).

 

Effetti  speciali

Gli  effetti  speciali  sono  una  delle  caratteristiche  peculiari  del  cinema  fin  dai  tempi  del  regista  francese  Georges  Méliès,  inventore  dei  primi  rudimentali  effetti  visivi,  ottenuti  tramite  un  sapiente  montaggio  e  lunghe  sperimentazioni.  Gli  effetti  sono  stati  poi  progressivamente  perfezionati  grazie  all'introduzione  di  nuove  tecnologie,  passando  attraverso  diverse  fasi  di  sviluppo,  fino  ad  approdare  ai  moderni  effetti  basati  sulla  grafica  computerizzata,  la  quale  ha  rivoluzionato  l'industria  cinematografica  liberando  la  fantasia  di  sceneggiatori  e  registi.  Nonostante  questo,  molti  degli  effetti  dipendono  ancora  oggi  dall'estro  di  coreografi,  controfigure,  truccatori,  disegnatori,  etc.

Gli  effetti  speciali  sono  realizzabili  sia  durante  le  riprese  sia  in  post-produzione  e  sono  classificabili  in  "visivi"  e  "sonori"  ed  anche  in  "effetti  fisici"  ed  "effetti  digitali".